lunedì 14 ottobre 2013

Caccavelle: la pentola a pressione


Carosello è andato definitivamente a nanna proprio l'anno che sono nata io, perciò è solo negli anni '80 che ho avuto modo di fare la conoscenza di Mister Linea, il  personaggio disegnato da Osvaldo Cavandoli protagonista degli storici spot Lagostina.


Personalmente, sono sempre stata il target ideale per qualsiasi tipo di oggetto culinario, per cui è dalla primissima infanzia che desidero una pentola a pressione.

A casa dei miei genitori, l'oggetto raffigurato nella foto in alto non è mai entrato. Ebbene sì, mia madre fa parte della schiera di donne che hanno paura di cucinare con la pentola a pressione. Una schiera di donne, ho scoperto, foltissima: non l'avrei mai creduto, ma la leggenda che la caccavella in questione abbia una dispettosa tendenza ad esplodere ha fatto tanti e tanti proseliti.

Nella vita, io ho molte paure: alcune decisamente debilitanti (quella di guidare o di muovermi autonomamente su qualsiasi cosa che non siano i miei stessi piedi), altre meno (quella per le libellule - ma solo perché se ne incontrano poche). Che una pentola a pressione possa esplodermi fra le mani è un pensiero che non mi è mai nemmeno lontanamente venuto. Perché dovrebbe?

E' vero, il binomio "pressione/esplosione" ha una certa assonanza, però, per quel poco di esperienza che ho, ci vogliono davvero pochissimi accorgimenti per garantire il funzionamento della nostra pentola a pressione. 

Il primo è di dotarsi di un buon ricettario che spieghi tutto. Il mio preferito è quello di Elena Spagnol, "La pentola a pressione": costa poco più di sette euro su Amazon e non ha un'illustrazione che sia una, ma è un vero classico della cucina italiana e contiene solo ed esclusivamente ricette fattibili. Niente ingredienti di difficile reperibilità, ma tante idee per inventarsi un bel pranzo o una cena d'effetto con poco impiego di tempo e utilizzando quello che si ha in dispensa.

Il libro in questione è datato, è vero: non saprei nemmeno dirvi quando è stata data alle presse la prima edizione di questo ricettario, ma sicuramente parliamo di almeno trent'anni fa. Tuttavia, il funzionamento della maggior parte delle pentole a pressione  sul mercato è rimasto lo stesso negli anni: solo di recente stanno andando diffondendosi versioni a due pressioni (o almeno, io le scopro solo adesso) e pentole "intelligenti" come la Acticook della Lagostina (che, ovviamente, dovrà essere mia). In ogni caso, ho sperimentato diverse ricette su questo libro e non ho mai fallito :-)

Il secondo accorgimento che ho personalmente adoperato è stato quello di... fidarmi del mio udito e dei miei occhi. Quando, dopo una cinquina di minuti a fuoco alto, la pentola stenta ad andare in pressione, c'è qualcosa che non va. Il più delle volte, non è stata chiusa bene. Se fischia troppo forte, il fuoco va abbassato. Se dalla valvola spruzza acqua, vuol dire che ho inserito troppo liquido nella pentola. E se si ottura la valvola, allora sì, sono guai. Ma per quella basta essere diligenti nella pulizia: smontarla sempre e verificare che sia libera da ostruzioni (che possono verificarsi, in particolare quando si cucinano i cereali). Tutto qui.

Ecco, una cosa scocciante della pentola a pressione, per me (e, sento, per tutti) è la pulizia, proprio perché richiede un'attenzione in più. Ma da quando costei è nella mia vita, sono una Quochina felice: lesso qualsiasi cosa in metà tempo e, col fatto che richiede pochissima acqua, i sapori rimangono "imprigionati" nei cibi.

Io non ne faccio più a meno: e voi?

Nessun commento:

Posta un commento